Premio ‘’ L’operatore d’oro ‘’ 2018 a Mimmo Lucano
Dal 2007 le scuole di Vibo Valentia premiano, ogni anno, una figura di spicco che in Calabria, ma non solo, si sia impegnata nella lotta alla criminalità organizzata o si sia distinta nel mondo della cultura o nella sua attività lavorativa e sociale, alimentando così, concretamente, la speranza di una società libera e migliore.
Per il 2018 la tematica prescelta è stata quella dei diritti umani e il premio è stato conferito all’ormai sospeso sindaco della cittadina ionica di Riace, Mimmo Lucano, protagonista del partecipatissimo incontro con gli studenti organizzato presso il Liceo Colao- Morelli di Vibo Valentia. Ciò che nello specifico si è voluto premiare è una sua iniziativa, portata avanti per anni, nota ormai come il ‘’modello Riace ‘’, nata dalla profonda convinzione che i migranti non sono un problema ma un'occasione per la comunità; l'integrazione di uomini, donne e bambini che portano con sé niente più che un sogno e una speranza di migliorare la propria vita che prima aveva il volto della fame, della sete e soprattutto della guerra, fa bene alla comunità locale e riporta vita in paesi quasi morti. Mimmo è riuscito a trasformare due enormi problemi, lo spopolamento di Riace e l’accoglienza dei migranti, in una grande risorsa. I migranti hanno avuto una casa, hanno ripreso in mano attività artigianali e lavorative che, senza di loro, sarebbero morte e hanno favorito nel tempo il rilancio del paese, diventato anche meta di turismo etico. Detto così sembra semplice e fattibile da tutti e dovunque, ma sappiamo che la realtà è ben diversa: considerarci tutti "uno di noi" e riconoscerci la stessa dignità spesso rimangono solo vuote parole.
Alla premiazione hanno preso parte Peppino Lavorato, come rappresentante dell’ANPI e la giovane Maria Joel Conocchiella in rappresentanza di "Libera", i quali hanno portato il loro grido di protesta contro la xenofobia e l’intolleranza e denunciato il ruolo che le mafie hanno anche nel processo migratorio. E i video e le letture realizzati dagli studenti del liceo classico e del liceo artistico si sono focalizzati sulle condizioni di disumanità nelle quali i migranti sono costretti: a bordo di barconi fatiscenti e decisamente non sufficientemente spaziosi per contenere quella moltitudine di persone e senza beni di prima necessità come cibo, acqua e medicinali.
Alla fine il discorso di Mimmo Lucano che, con toni appassionati e accorati nello stesso tempo, ci dice di come senta ingiusti l’accusa di aver incoraggiato l’immigrazione clandestina e l'allontanamento dalla sua Riace e di come la piccola comunità alla quale ha dedicato tempo, passione sincera e fatica, diventata un modello che ha richiamato studiosi, curiosi, turisti da tutto il mondo, stia di nuovo morendo. Le attività artigianali ferme, l'asilo comunale chiuso, le case di nuovo vuote; e i vecchi paesani di nuovo soli. Invita la Calabria a "levarsi le manette, a riprendersi la libertà", ad imparare ad accettare e comprendere che accogliere chiunque stia scappando da una catastrofe di qualsiasi stampo deve essere protetto e, citando le sue parole, ‘’ quello dell’accoglienza non è un gesto di buonismo, ma di umanità ‘’.