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GIRL POWER

”Più ho parlato di femminismo e più mi sono resa conto che troppo spesso battersi per i diritti delle donne era diventato sinonimo di odiare gli uomini. Se c’è una cosa che so con certezza è che questo deve finire. Per la cronaca, il femminismo per definizione è la convinzione che uomini e donne debbano avere pari diritti e opportunità: è la teoria dell’uguaglianza tra i sessi – politica, economica e sociale.” Queste parole espresse da Emma Watson, attrice britannica e ambasciatrice dell’ONU,  in un congresso a New York,  ha promosso la campagna “He for She”  e ha espresso il concetto più importante:  la parola “femminismo” molto spesso è soggetta ad essere interpretata secondo diversi stereotipi.

La famosa campagna “He for She”, letteralmente “Lui per Lei”, nata negli Stati Uniti,  è chiamata così proprio perché chiama in causa gli uomini, che devono agire nella lotta per l’uguaglianza tra uomini e donne, senza concessioni ma con la capacità di comprendere quanto questo sia importante per il benessere complessivo della comunità.

La parola “femminismo” al giorno d’oggi è, infatti,  fraintesa dalla maggior parte della popolazione e molte donne si “vergognano” di dichiararsi femministe proprio per tutti gli stereotipi che si sono creati: chi crede in questa lotta vuole combattere il sessismo, non l’altro sesso. E non punta sul comandare gli uomini, ma a creare una società eguale.

1- Femminismo significa odiare gli uomini.  Affermazione sbagliatissima.  È stato detto e ridetto che questo movimento è nato per conquistare, da parte della donna, l’eguaglianza nel mondo.

2- Le donne non fanno figli per colpa del femminismo. Sbagliato! Fino a prova contraria, è una coppia a decidere di fare figli! Essere femminista non significa non volere una famiglia, significa non essere obbligata a fare sacrifici da sola.

3- Il femminismo non serve più. No, anzi! Anche se molte battaglie sono state vinte e in molti Paesi i diritti sono stati quasi tutti conquistati, la strada è molto lunga e, come dice Sheryl Sandberg, direttore operativo di Facebook, “Sapere che le cose potrebbero essere peggiori non significa che dovremmo smettere di cercare di migliorarle”.  

Il femminismo ha cambiato e  sta cambiando moltissime cose, ma non bisogna dimenticare le importanti lotte che le donne del passato hanno dovuto affrontare per arrivare alla situazione attuale.

Il movimento femminista, infatti, risale all’ Ottocento; precisamente nasce in Inghilterra, dove un gruppo di donne iniziò a battersi per il diritto di voto. Questo gruppo di donne venne anche riconosciuto come un movimento nazionale, con uno scopo ben preciso.

Ma oggi sono davvero cambiate tante cose?

Sfortunatamente no; già chiamare il 2018 “l’anno delle donne” è tornare a una mentalità antica. Perché alle donne sarebbe concesso solo un anno e non sempre?  “Ci fa sembrare come una diversità, non siamo ancora la norma” ha detto Debbie Walsh, direttore del Centro per le donne Americane e politiche nell’ università Rutgers.

La frase “ondata rosa” è ancora peggio. Perché dobbiamo per forza trovare un nome a questo movimento? Perché non può essere nella norma? O, peggio, perché deve essere minimizzato, quasi ridicolizzato? Queste sono solo alcune delle domande che tantissime donne si fanno.

Tutti questi pregiudizi non fanno altro che ostacolare la vera missione, cioè di volere il bene dei cittadini, per far vivere uomini e donne in parità. Quanto si è visto, ancora oggi, di uomini che letteralmente si “vergognano” di esprimere le proprie fragilità, o magari non avere il coraggio di difendere i diritti delle donne per paura di non essere abbastanza “maschi”. Proprio per questo nasce anche la differenza di genere, anche nella nostra epoca, secondo cui, per esempio, molti lavori sono classificati solo per uomini, perché ritenuti più capaci delle donne… affermazione completamente sbagliata.  Pensare alle ultime elezioni per il ruolo di presidente negli Stati Uniti. I due candidati: Hillary Clinton e Donald Trump. La vittoria di Trump ha certamente rappresentato il trionfo del sessismo al potere ancora una volta. Trump stesso ha dichiarato, infatti, di poter fare alle donne quello che vuole. Come si può osservare, Trump è il tipico “maschio” bianco, ricco e conservatore, inoltre maschilista. Questa è stata una delle più enormi sconfitte, che hanno dimostrato come la maggior parte della gente non abbia ancora cambiato mentalità, e come vuole rimanere sulla propria strada senza accogliere il nuovo e il giusto. Hillary Clinton, proclamatasi portavoce del movimento femminista, avrebbe avuto la possibilità di diventare il primo presidente donna d’America, ma, a causa della mente “distorta” e “ingiusta” della maggior parte della popolazione, il suo messaggio, comunque sostenuto da moltissime celebrità come Madonna, Beyoncè, Lady Gaga, non è stato recepito da moltissimi che hanno fatto il terribile sbaglio di eleggere un candidato, che come visto nella campagna delle elezioni, è tutt’altro che contro l’inuguaglianza, anzi, il suo scopo è proprio quello di far prevalere i più ricchi, di far prevalere il potere con prepotenza.

Girl Power, questa è la definizione usata nel ventesimo secolo. Molto diffusa tra le giovani donne che lottano per i loro diritti. Noi tutti, però, dovremmo lottare per le cose giuste, per l’eguaglianza, senza paura di sembrare deboli. “Combatti come una donna” frase usata per dare all’espressione “come una donna” un significato di forza femminile. Come una donna che combatte e lotta instancabilmente per i suoi diritti, forte e valorosa.

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